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- ISBN 9788898582679
Cosa sarà che ci fa volere di tutto, anche se è di niente che abbiamo bisogno? Perché non troviamo pace? Finché inseguiremo il progresso, non la troveremo di certo. L’incontentabilità è segno di infelicità! Mentre ci seduce con promesse a cui sembra illogico dire di no, il progresso insidia i nostri bisogni più intimi e inestinguibili, quelli biologici. È un attacco sleale alla felicità. Dal punto di vista di Madre Natura, il progresso è un capriccio inspiegabile: una creatura disdegna la vita per la quale è predispota??? Un pesce non può vivere fuor d’acqua. Contrastando la nostra natura ci infognamo nella devianza, ci abbrutiamo e smarriamo la sintonia col Cosmo. Le altre civiltà hanno avvertito la blasfemia del progresso e si sono fermate. Solo noi continuiamo a cavalcarlo con cieca voluttà; e non paghi, dato che progresso vuol dire anzitutto armi progredite, costringiamo le altre civiltà alla nostra stessa infelicità o a scomparire.
A 41 anni, turbato e indignato dalla prima Guerra del Golfo, Santommario abbandona un comodo impiego statale e l’Italia. Si stabilisce in Tailandia e da lì, di tanto in tanto, va alla scoperta dell’Asia più autentica. Toccato dall’integrità e dalla saggezza della gente semplice, ma crucciato dal fulmineo e violento sviluppo del Continente, nel 2008 ripara in Bolivia e scrive la prima stesura di questo libro. Nel 2010 si costruisce con le proprie mani una casupola presso un bosco della campagna romana. Qui, accanto al caminetto, circondato da bestie e piante, al riparo dall’assalto di pubblicità, burocrazia e tecnologia, rivede e aggiorna la sua Lettera al Cuore.