Alan Hart (17/2/1942-15/1/2018), scrittore e giornalista inglese, è stato corrispondente capo di Independent Television News, presentatore di BBC Panorama, inviato di guerra in Vietnam… Ha iniziato la carriera come reporter in Africa centrale, sul Nyasaland Times Ha lavorato a lungo in Medio Oriente (raccontava di essere stato il primo corrispondente occidentale a raggiungere le rive del Canale di Suez, con l’esercito israeliano nel 1967), dove, nel corso degli anni, ha conosciuto personalmente i maggiori protagonisti del conflitto arabo-israeliano: è stato amico di Golda Meir e Yasser Arafat e aveva rapporti amichevoli con re Faisal dell’Arabia Saudita, il re di Giordania Hussein e i presidenti egiziani Nasser e Sadat.
Nel 1973 ha affrontato il tema della povertà globale con il film “Five Minutes to Midnight”.
È autore di diversi libri, tra cui una biografia del 1984 di Yasser Arafat, “Terrorism or Freedom Fighters: Yasser Arafat and the PLO”. Più recente è la trilogia “Sionismo: il vero nemico degli ebrei”. In un articolo in cui parlava del suo libro, Hart dichiarò che “finché non saranno resi abbastanza americani gli americani consapevoli della verità della storia, nessun presidente americano avrà lo spazio per rompere la presa del potere della lobby sionista sul Congresso”.
Alan Hart è stato anche fra i promotori dell’iniziativa “La verità sull’11 settembre”. Sempre fiero di essere un pensatore indipendente e mai membro di alcun partito o gruppo politico, alla domanda sul motivo del suo impegno, rispose: “Ho tre figli e, quando il mondo andrà in pezzi, voglio essere in grado di guardarli negli occhi e dire: non prendetevela con me. Io ci ho provato”.
Le polemiche. Scritto dal giornalista inglese Alan Hart, edito da Zambon Editore il 4 maggio dello scorso anno, è un testo che sta creando divergenze in tutta Italia. Tantissime sono state infatti le proteste per non consentire la presentazione del libro a Roma, a Firenze e infine anche a Cagliari. Si legge spesso insieme al titolo: “il libro che nessuno vuole recensire”, con alcune testimonianze – non verificate – di giornalisti che dopo aver argomentato il saggio non hanno più potuto scrivere articoli. Parecchio rumore mediatico, idee contrastanti, proteste civili e grande partecipazione da parte delle associazioni di entrambe le fazioni, tesi e antitesi ruotano attorno al pensiero espresso da Alan Hart e alla sua teoria. Oscurato in Inghilterra, come se non esistesse. Innumerevoli incontri sabotati e annullati mezz’ora prima a causa delle sale date disponibili e successivamente negate in tutta Italia. Favorevoli o contrari, seguaci o disertori, si può concordare sul fatto che la censura– soprattutto di un pensiero differente dal proprio – non sia mai stata una giusta soluzione. [Alessandra Liscia, Sardegna Reporter, 18 aprile 2016]