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- ISBN 9788887826678
Claudia Berton
Gli spinosi cactus di Palestina e Israele
Lotta al terrorismo? Sicurezza? Memoria? Democrazia?
Queste parole logore, svuotate del loro significato
autentico, sono spaventapasseri per babbei, applicate
come etichette a contenitori di scenari diversi, a
seconda di quello che fa comodo ai potenti. Chi è il
terrorista? Alla sicurezza di chi si allude? Di che cosa è
oblio questa sbandierata memoria? Che cosa si intende
per democrazia? Si è infatti ben visto che quando un
popolo elegge democraticamente una rappresentanza
a cui l’Occidente è ostile – come nel caso di Hamas -
allora la parola democrazia non viene più sbandierata, si trascura la volontà della maggioranza e il
popolo che ha “sbagliato”a dare il proprio voto viene punito affamandolo e bombardandolo, chiuso
in una prigione a cielo aperto, senza uscite, come è la Striscia di Gaza. E chi, alle nostre latitudini,
si sofferma a distinguere fra terrorismo e resistenza?
“Io starò sempre dalla parte dei perdenti” dichiara la Roy, e prendendo a prestito le sue parole io,
appassionatamente arrabbiata, rispondo ai politically correct, vili Ponzio Pilato che conosco e a
tutti quelli che ho la fortuna di non conoscere personalmente: “Perché dovremmo avere paura di
arrabbiarci? Perché dovremmo temere i nostri sentimenti se sono basati sui fatti? Lo schema che
oppone la ragionevolezza alla passione è assurdo, perché spesso un atteggiamento passionale è
il risultato di un processo razionale. La passione non è sempre irragionevole. (…) Non credo nella
passione irrazionale. Ma sono convinta che non esista nulla di meraviglioso quanto un’ardente
passione intellettuale”.
In questo farsi muro per proteggere, oltre a se stesso, l’Europa, sta la definitiva abdicazione
del progetto sionista dal giudaismo tradizionale e dall’Oriente, per assumere una nuova identità
modellata su quella occidentale. Di un muro concreto – realizzato poi dal famigerato Sharon – parlò
per primo Rabin, che lo avrebbe voluto elettrificato sull’esempio dei lager nazisti.